lunedì 28 giugno 2010

Progettazione di pagine di comunicazione politica.

Al lettore suggerisco di mettersi comodo, liberarsi del dialogo interno, leggere con vigile attenzione
conscia ed attivare , almeno in parte, le sue grandi capacità immaginative. Oggi scrivo per lo scrittore
politico anche se quanto scrivo vale per qualsiasi scrittore.
In generale, chi scrive lo fa per far conoscere al potenziale lettore le sue “idee” in merito a qualche
esperienza vissuta o immaginata.
Spesso chi scrive lo fa anche solo per vivere l’esperienza dello scrivere. Si lascia condurre dal
fl usso dei pensieri e vive l’esperienza, tutta interna, dello scrivere.
Raramente chi scrive progetta a priori cosa e come scrivere.
Le rifl essioni che seguono sono valide per qualunque cosa si voglia scrivere per un lettore umano:
messaggio, articolo, pagina di giornale, libro, ecc…
Presupposto alla comprensione di quanto segue è la conoscenza del signifi cato delle parole
modello, strategia, struttura e sistema. I lettori interessati possono chiedere all’autore pubblicazioni
sull’argomento. Ogni messaggio, articolo, pagina di giornale, libro, è modellabile come un
sistema.
Per progettare un sistema occorre:
1 – enunciare in modo metrologicamente corretto il fi ne (o missione della struttura da
progettare);
2 – elencare le entità (o risorse) che dovranno comporre la struttura;
3 – defi nire le relazioni fra le entità elencate nel passo 2 in modo tale da ottimizzare il
raggiungimento del fi ne.
Il fine che uno scrittore di politica potrebbe voler conseguire è sempre riconducibile ad uno dei
quattro seguenti:

  • a – far conoscere una esperienza personale;
  • b – far conoscere una esperienza collettiva;
  • c – consolidare o cambiare nel lettore una o più convinzioni;
  • d – costruire carisma.

Ciascuno dei fini indicati richiederà di individuare un insieme specifi co di “atomi” o moduli comunicativi
(pezzi di articolo, articoli, titoli, foto,…) ed un insieme opportuno di relazioni fra i moduli (sequenza,
posizione relativa ed assoluta,..).
Si ricorda al lettore che i contenuti di una comunicazione fra due esseri umani sono così ripartiti:

  • 7% verbale (parole);
  • 38% paraverbale (attributi della voce);
  • 55% non verbale (atteggiamenti del corpo)

In una comunicazione scritta (anche se supportata da immagini) la componente paraverbale manca
totalmente. La si può parzialmente sostituire con variazioni del corpo delle lettere e deformazioni
delle righe.
Anche la componente non verbale è assente. Le fotografie possono, in parte, supplire alla
mancanza.
Gli esseri umani iniziano a “mettere a punto” i loro sistemi sensoriali a cominciare dal sesto mese
dal concepimento.
Attraverso i sistemi sensoriali fanno esperienza (comunicazione) nel mondo. Una piccola parte della
esperienza è vissuta in modo conscio. La parte maggiore è vissuta in modo inconscio.
I sistemi sensoriali vengono utilizzati dagli esseri umani in modo estremamente vario. Molte persone
utilizzano preferibilmente il sistema visivo (visivi). Ancora molti usano, più degli altri sensi, il tatto
(gli si assimilano anche il gusto, l’olfatto e le sensazioni interne) (cinestesici). Una parte inferiore di
popolazione utilizza, di preferenza, l’udito (uditivi).
La composizione della popolazione occidentale è la seguente:

  • 40% cinestesici;
  • 20% uditivi;
  • 40% visivi.

L’ordine dell’elenco che precede indica, in modo discendente, una velocità crescente di acquisizione
della comunicazione. I visivi sono più veloci mentre i cinestesici sono i più lenti.
L’uso preferenziale di un sistema sugli altri codifica le strutture mentali profonde. Il linguaggio che
ogni persona usa è la comunicazione esterna di quello che è la sua mappa del mondo.. Una persona
essenzialmente uditiva ha una rappresentazione interna del mondo costituita, in prevalenza, da
elementi uditivi, parla e scrive per gli uditivi e difficilmente riesce a comunicare efficacemente con i
cinestesici e con i visivi. Senza scendere in ulteriori dettagli, anche se essenziali ad una trattazione
completa, risulta evidente la necessita’, per chi scrive, di misurare il livello d’uso dei suoi sistemi
sensoriali rappresentazionali (farsi un esame di coscienza!) ed adottare strategie per rendere
equilibrato l’uso dei sistemi sensoriali.
Non tratterò ora né di predicati verbali né di metaprogrammi. Risulta però chiaro, a questo punto,
che ogni concetto deve venire presentato, da chi scrive, in modo comprensibile a tutte e tre le
categorie: cinestesici, uditivi e visivi.
Sono poi opportune strategie o comportamenti di messa in relazione dei moduli e di messa in
sequenza dei “pezzi” di comunicazione. Una strategia multivalente per la costruzione delle relazioni
potrebbe essere quella che segue:

  • 1 – cattura della attenzione;
  • 2 – costruzione del rapporto;
  • 3 – guida;
  • 4 – chiusura.

Il primo passo della strategia implica l’esistenza di un modulo “strano”, bizzarro, che catturi l’attenzione
(in modo positivo!).
Il secondo passo richiede la presenza di un modulo comune alla varietà di mappe mentali interne
dei lettori.
Il terzo passo prevede la presentazione al lettore del modulo che costituisce l’elemento di novità (la
nuova idea).
Il quarto passo serve a consolidare l’elemento di novità in modo stabile nella mente del lettore.
Vincenzo Pasino

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